RAGAZZA GUARITA CON LA TERAPIA FAGICA
DOPO 4 ANNI DI CURE ANTIBIOTICHE INEFFICACI

Alice, una ragazza di 25 anni nata a Treviso e residente in provincia di Venezia. Un calvario che adesso sembra finito, e una speranza che si riaccende. Sottoposta alle cure seguite dal Dott. Alfonso Recordare dell'Ospedale Dell'Angelo di Mestre. 

Osteomielite cronica post-traumatica della tibia risolta con terapia fagica.
Descrizione di un caso

Alfonso Recordare, Nikoloz Pruidze*, Lia Nadareishvili*, Dea Nizharadze*. MziaKutateladze*
Div. Chirurgia Ospedale dell'Angelo Venezia Mestre, Italia. *EliavaPhageTherapyCenter Tbilisi, Georgia

Un caso clinico in italia - 1

L’osteomielite è una delle complicanze infettive più gravi del paziente sottoposto a riduzione della frattura mediante mezzi di sintesi.
Il trattamento standard degli stadi più avanzati prevede la combinazione di terapia chirurgica ed antibiotici.
Queste infezioni spesso non si risolvono per la comparsa di antibiotico resistenza, per la scarsa capacità di permeare il biofilm, o altri fattori. I batteriofagi rappresentano un valido ausilio nel trattamento di queste forme complesse.

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Quadro clinico all’inizio del trattamento con i batteriofagi. Il paziente presenta dolore spontaneo, e riesce a deambulare con l’ausilio delle stampelle per brevi tratti.
E’ presente una fistola attiva mente secernete e segni di infiammazione al terzo medio e inferiore della gamba.

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Controllo radiologico ad un mese dall’inizio della terapia. La fistola si è chiusa.
L’esame RX dimostra la formazione di callo osseo, prevalente dal lato opposto all’inserzione dei fissatori esterni e i segni di consolidazione del focolaio di pseudoartrosi.

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Quadro clinico a 40 giorni dall’inizio del trattamento. Compare una fistola secernente una modesta quantità di siero.
Un esame colturale evidenzia uno stafilococco, sensibile ad una diversa preparazione di batteriofagi (staphylophage®), che viene aggiunta alla terapia in corso.

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Quadro clinico al termine della terapia. I mezzi di sintesi sono stati rimossi. Dopo un periodo di 30 giorni in apparecchio gessato il paziente deambula senza necessità di nessun ausilio. Al Follow up a 3 mesi il quadro cutaneo è in progressivo miglioramento e il callo osseo è in via di progressiva ossificazione.
A 2 anni non sono presenti segni di recidiva, né clinica né biochimica.